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Territorio Ambiente

AMBIENTE

ambiente_cavalleraIl Parco della Cavallera è situato, nel contesto dell’alta pianura asciutta, un ambito caratterizzato da significativi episodi di espansione urbana, a scapito del paesaggio agrario.
In tale ambito il sistema agricolo, in cui prevalgono, oltre alle superfici a seminativo e a prato, gli impianti florovivaistici e le colture orticole, appare ancora riconoscibile e apprezzabile, rivestendo notevole importanza in quanto elemento di interfaccia e di relazione tra i diversi sistemi insediativi e, almeno in prospettiva, per la possibilità di istituire un rapporto privilegiato tra i margini dei tessuti urbani e lo spazio aperto. Sotto il profilo paesistico-ambientale, sono aree di estrema potenzialità (e per contro di estrema fragilità) proprio in ordine al loro ruolo di assorbimento degli impatti da parte del sistema insediativo e in relazione alla loro funzione di riequilibrio ecologico, riqualificazione del paesaggio e promozione di un “presidio ecologico” del territorio.
Mentre a sud del territorio comunale si estende la pianura costituita dalle alluvioni del diluvium recente, a nord sono presenti tre depressioni vallive: la valle di Ruginello-Oldaniga, quella del Molgora, quella della zona ad Ovest di Oreno.
Per quanto concerne il panorama vegetazionale e pedologico, nonostante le trasformazioni delle condizioni colturali ed i mutamenti di destinazione agraria, è possibile individuare nel territorio del vimercatese fasce con caratteristiche di suolo e paesaggi che sono riportate graficamente nella tavola allegata

In sintesi troviamo essenzialmente 4 – 5 unità riconducibili a 3 ben precisi sistemi fisiografici dei suoli, così come classificato dall’ERSAF (Ente Regionale di Sviluppo Agricolo e Forestale).


1 Sistema dei terrazzi rilevati sulla pianura (R)1

A ridosso delle morfologie glaciali si trovano dei terrazzi a morfologia subpianeggiante e degradante verso la pianura, interpretati come i conoidi alluvionali deposti dai torrenti fluvioglaciali oltre la morena frontale, la cui coalescenza costituiva la piana fluvioglaciale di allora. I corsi d'acqua del reticolo idrografico hanno inciso e terrazzato progressivamente questa pianura, fino a costituire i rilievi isolati che conosciamo attualmente.Tanto gli anfiteatri, morenici quanto i terrazzi, sono spesso ricoperti da depositi limosi di probabile origine eolica (loess), soltanto a tratti di origine colluviale, che ha condizionato la successiva pedogenesi.
Numerose convergenze in termini di alterazione chimico-fisica e di pedogenesi fanno supporre una correlazione tra i depositi morenici più antichi e i terrazzi superiori o pianalti, interpretati come la coeva piana fluvioglaciale; analogamente, i depositi morenici intermedi sono correlabili con i terrazzi intermedi, con lo stesso tipo di relazione evidenziato nelle forme più antiche.

Di questo sistema fanno parte l’unità 3 e 4; è interessante notare come l’unità 4 corrisponda alle esigenze principali della coltivazione della patata (pH sub acido e comunque non alcalino, buona capacità di drenaggio e suolo profondo) ed empiricamente giò indicata come area “storica” in cui si è sempre ottenuta una buona produzione a dispetto di altre parti del territorio comunale o limitrofo.
Cartograficamente si può osservare come questa unità si estenda a cavallo della provinciale SP 45 partendo da nord in zona San Maurizio e Velasca e prolungandosi come un cuneo fino al centro di Concorezzo.
Naturalmente, alla suddivisione operata in funzione delle carte podologiche, non sempre corrisponde una separazione netta delle caratteristiche del suolo al cambiare delle linee identificative: pertanto si può affermare che proprio il confine del Parco della Cavallera possa rappresentare l’area entro cui si possono raggiungere i migliori risultati agronomici di coltivazione della patata bianca.
I limiti laterali dell’unità 4 “Terrazzi intermedi” possono quindi essere individuabile a est nella Cascina Bergamina di Arcore, mentre ad ovest nella Cascina Chioso Maffei di Vimercate, nei pressi del nuovo ospedale.
A nord il confine è la strada comune di Velasca, mentre a sud l’abitato stesso di Concorezzo.
Per completezza di informazione riportiamo anche le descrizione fornite da ERSAF relativamente alle altre unità , appartenenti ai restanti due sistemi.


2 Sistema del livello fondamentale della pianura (L)2

Questo sistema raggruppa le varie morfologie riconoscibili entro la piana fluvioglaciale pedealpina, formata per colmamento fluviale nella fase finale della glaciazione würmiana, all'esterno della cerchia morenica, mediante l'accumulo del carico grossolano trasportato dai corsi d'acqua alimentati dalle acque di fusione dei ghiacciai.
Si tratta di superfici costituite da depositi a granulometria variabile e decrescente, dalle ghiaie ai termini più fini, procedendo in direzione sud, in relazione alla riduzione della velocità e competenza (trasporto di detriti delle massime dimensioni compatibili con la velocità) delle acque.
Tali superfici sono delimitate a nord dai rilievi morenici o montuosi e dai terrazzi rilevati, a sud e lateralmente dai depositi olocenici dei corsi d'acqua, che hanno inciso o ricoperto i depositi quaternari antichi (sistema V).

Appartiene a tale sistema l’unità 1.


3 Sistema delle valli alluvionali dei corsi d'acqua olocenici (V)3

È il paesaggio delle valli fluviali, corrispondenti ai piani di divagazione attuali dei principali corsi d'acqua, attivi o fossili, e le loro superfici terrazzate; la loro presenza nel milanese è circoscritta ai depositi dei fiumi Ticino, Lambro, Adda ed affluenti.
L'origine del sistema V è dovuta all'incisione dei corsi d'acqua del reticolo idrografico attuale o recente; molti di essi, attivi già nel Pleistocene, continuano ad incidere o a sovralluvionare i propri depositi. La dinamica dei corsi d'acqua olocenici, è stata prevalentemente di tipo erosivo; essi hanno inciso le proprie valli nella piana fluvioglaciale e fluviale, lasciando vari ordini di terrazzi, di età proporzionale alla quota sul corso d'acqua, ciascuno dei quali testimonia una precisa fase di stazionamento e di successiva incisione fluviale. Questi terrazzi sono affrancati dal corso d'acqua, che incide o deposita frequentemente sulle superfici situate alla sua stessa quota (piane attualmente inondabili).

Appartengono a tale sistema le unità 2 e 5.

 

1-2-3 Tratto da ERSF, Suoli e Paesaggi della Provincia di Milano

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